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Beltane E Calendimaggio

Se il primo maggio siete tra quelli che fanno grigliate e vanno ad uno dei tanti concerti, siete probabilmente sotto l’influsso magico della festa celtica di Beltane.

Beltane

Beltane è una parola derivata dal celtico irlandese che significa “Fuoco Luminoso”. La festività era in voga principalmente presso i celti britannici ed irlandesi. Difficilmente veniva celebrata dai celti francesi (Galli).

Si tratta di una celebrazione della fertilità. Dal punto di vista della natura ci troviamo a metà tra l’equinozio d primavera ed il solstizio d’estate.

La primavera si consolida. La natura sta ormai fiorendo. Il lavoro nei campi procede alacremente. I pastori in questo periodo portano giù il bestiamo ai pascoli. Si trascorre pertanto molto più tempo a contatto con la natura e con gli altri. E’ questo il tempo del fare, dell’azione e della realizzazione.

Dal punto di vista esoterico, abbiamo attraversato l’ombra con Samhain e Yule, mentre Candelora ci ha fornito la luce per uscirne. Ora è il momento di gioire e di dedicarci ai nuovi inizi.

Rituali di fertilità

beltane, primavera, calendimaggioSi celebra in questa ricorrenza il matrimonio cosmico tra maschile e femminile, tra il dio e la dea madre terra. Gli opposti che si attraggono ed abbattono la dualità per fondersi in un’unica coscienza cosmica.

La cosa forse più caratteristica di questa festa è la danza attorno ad un palo piantato nel terreno. Ragazzi e ragazze danzano dopo  aver fatto delle offerte in vino e prodotti agricoli. Durante la danza intrecciano nastrini colorati appesi al palo di legno. Il palo è un simbolo di potenza maschile piantata nel grembo della madre terra. I nastrini che si intrecciano invece sono simbolo di legame indissolubile tra il dio e la dea.

Era usanza, in occasione del pascolo del bestiame, accendere dei fuochi e farli oltrepassare dagli animali per purificazione. Anche le coppie saltavano i falò per propiziare la fertilità e la durata della loro unione.

Il fuoco

Come abbiamo visto molte volte, il fuoco è l’elemento principe di tutti i rituali pagani legati alla natura. La fiamma è speranza, forza, simbolo maschile per eccellenza. La luce che rompe il buio, la luce che purifica. I falò restavano accesi per tutta la notte per poi spegnersi e riaccendersi in occasione di Litha, solstizio d’estate.

Il fuoco è l’elemento degli alchimisti che lo usano per fondere i metalli alla ricerca della pietra filosofale.

A rivivificare il simbolismo del fuoco e dell’elemento maschile, c’era anche l’abitudine di intrecciare nastri rossi da appendere ai cespugli di Biancospino (simbolo della Grande madre, ne abbiamo già parlato).

Albero sacro di Beltane: Ontano

beltane, primavera, calendimaggioL’Ontano è una pianta Betulacea che ha come caratteristica peculiare il fatto di avere infiorescenze con organi sessuali separati. I maschili hanno forma lunga affusolata, i femminili sono invece ovali e corti. Questa chiaro riferimento agli organi sessuali fa di questa la pianta di Beltane, che lo ricordo celebra il matrimonio cosmico. Sono alberi che, neanche a dirlo, vengono in genere impiegati per purificare i terreni. Il legno, molto restistente, veniva utilizzato per costruire i pali delle fondamenta. Sembra che se tagliato, il suo legno si colori di rosso, richiamo all’energia maschile ed al fuoco. Le gemme vengono acora oggi utilizzate nella cura dei rossori ed infiammazioni.

L’Ontano veniva utilizzato dai Druidi come uno dei 13 alberi sacri per le predizioni astrologiche Ogham.

Calendimaggio

Gli antichi romani celebravano Calendimaggio. Una festa della fertilità che cadeva appunto il primo giorno di maggio detto Kalendae. Il nome del mese del calendario romano sembra trarre origine dalla dea Maia. Figlia di Atlante, condannato a sostenere il peso della volta celeste da Zeus e madre di Hermes, Mercurio per i romani. Maia è una dea, come il padre, molto legata al cielo in particolare quello notturno. Disdegna le riunioni con gli dèi dell’Olimpo e trascorre la sua vita in una caverna buia. Qui incontra il solito Zeus, che fuggendo la gelosia della moglie Hera, seduce la dea ed insieme generano Hermes, il messaggero degli dèi.

Il nome Maia sembra significasse “levatrice” o “saggia”. Dea molto legata al fuoco, sembrava avere potere sugli impulsi sessuali.

Non c’è quindi da stupirsi se presso i romani in occasione di questa festività, tanto legata alla fertilità della terra, che ricomincia a donare i suoi frutti, si praticassero riti orgiastici. Ne abbiamo in parte parlato descrivendo il mito di Selene. Uomini e donne si incontravano all’inizio delle celebrazioni. Si offrivano vicendevolmente doni ed iniziavano un corteggiamento collettivo, che cominciava con una giovane che saliva a cavallo di un maschio, per poi proseguire con il coinvolgimento di tutti i presenti.

beltane, primavera, calendimaggioLa primavera non a caso è anche detta “la stagione degli amori”. La fertilità, l’unione prolifica, l’accoppiamento, il legame, sono concetti cardine in questa celebrazione che mima la fusione tra maschile e femminile. La vita che si rigenera e si riproduce.

Anche in questo caso si trova il simbolismo del palo e della danza circolare con lo scopo di intrecciare i nastri colorati al fine di restringere il cerchio sempre di più.

Notte di Valpurga

I popoli di matrice germanica erano soliti celebrare nella notte tra il 30 aprile ed l’1 maggio, nell’ambito dei festeggiamento legati ad Ostara e quindi la primavera, dei riti di fertilità e purificazione del bestiame legati soprattutto alla luna. Canti, balli e falò purificatori animavano la nottata.

Il nome di questa che viene ancora oggi chiamata notte di Valpurga, lo si deve ad una monaca bavarese venerata dalla Chiesa Cattolica proprio in questa data. Ancora oggi la celebrazione di Valborg è molto sentita in Svezia in particolare nella città ora universitaria di Uppsala. Non dimentichiamo però che questa località è molto legata al culto degli dèi norreni. Sorgeva infatti qui un antico e frequentatissimo tempio di Odino al quale i norreni si recavano una volta all’anno ed ogni nove anni compivano un sacrificio di sangue agli dèi. Oggi gli studenti di Upssala festeggiano la fine dell’anno accademico con oggetti che mimano il simbolismo luce/ombra di tipica matrice pagana. Un esempio è il classico cappello bianco con visiera nera che viene lanciato in aria.

Data l’altissima valenza magica della festa, alcune leggende germaniche con l’avvento del cristianesimo iniziarono a favoleggiare sul fatto che strane oscure figure di streghe si aggirassero per i boschi in questa notte per riunirsi e lasciarsi andare in canti e balli sfrenati.

Festa dei lavoratori

Come tutti sanno noi oggi celebriamo il primo di maggio la festa dei lavoratori. Questa consuetudine si fa risalire agli incidenti avvenuti a Chicago nel 1886, in cui molti operai scesi in piazza per manifestare contro gli orari di lavoro massacranti vennero assaliti dalla polizia. Allo stesso tempo nel 1889 a Parigi ha luogo la Seconda Internazionale Socialista, in cui si chiede la giornata lavorativa di otto ore, che poi entra effettivamente in vigore il giorno 1 maggio 1890. La festa viene ancora oggi accostata alla Massoneria Esoterica e per ragioni evidenti.

Nella notte tra il 30 aprile ed il primo di maggio sono affettivamente in gioco forze sottili di altissimo tenore. Con l’avvento del Cristianesimo la matrice pagana della celebrazione è stata completamente spazzata via, ma si è conservata quella ritualistica. Questo a conferma che effettivamente in questo particolare momento dell’anno qualcosa di “magico” accade. Ci sono all’opera energie creatrici molto potenti e siamo a metà tra i due maggiori eventi astronomici, equinozio e solstizio, in cui l’ambiente subisce dei grandissimi cambiamenti, che si riflettono in ogni elemento biologico.

Questo ha portato nascenti forze ideologiche prorompenti a “sfruttare” questo slancio di rinascita dilagante, per cavalcare un movimento che opponeva ordine e caos ed aveva la pretesa di anteporre il secondo per l’abbattimento di un sistema di ordine costituito. Questo concetto di opposizione tra caos ed ordine è naturalmente di matrice spudoratamente cristiana (sebbene si propone come scopo di superare l’ideologia cattolica) ed è completamente in antitesi con le antiche celebrazioni, che volevano l’unione cosmica tra maschile e femminile, ordine e caos alla ricerca dell’equilibrio.

Celebrare Beltane – Calendimaggio

Per me oggi celebrare questa festa significa innanzitutto rendere omaggio alla Grande Madre ed all’esplosione della natura intorno a noi. Significa però anche celebrare gli impulsi verso gli altri che albergano all’interno di noi stessi. Ci spingono all’esterno e verso i nostri simili allo scopo di creare nuove unioni o consolidare quelle esistenti. Si tratta di un momento anche intimo di introspezione, ma sempre votata all’esterno ed alla migliore socializzazione.

E’ come ho detto anche un momento del fare, pertanto ci si può dedicare a coltivare i progetti già cominciati o iniziarne addirittura di nuovi.

Denominatore comune a qualunque azione si voglia intraprendere per rendere omaggio in questa data a Madre Natura, è sicuramente la gioia, l’irrequietezza, l’apertura mentale verso la novità.

 

 

 

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