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Vivere I Rituali: Samhain E Halloween

Sono una persona pratica. Ho bisogno di ritualizzare i passaggi delle stagioni. Questo mese, ottobre mi piace tantissimo, si celebra il tempo interiore del buio. Inizia l’attesa che porta alla rinascita. Tempo di raccoglimento, di riposo, di ascolto silenzioso e di onorare gli antenati.

Le festività che si celebrano in questo mese sono derivate  da un unica fonte:  Samhain :il  cui senso e profondità superano tutte le differenze etniche, culturali o religiose.  Samhain rappresenta  la porta aperta tra le dimensioni, dove  la dea Ecate è la custode delle chiavi. Per secoli queste festività sono state censurate. Ora, per fortuna, ritornano all’attenzione di tutti e ci portano tante risorse.

In questo tempo di riposo e ascolto interiore abbiamo bisogno di scendere in profondità. Ci spogliamo di tutto ciò che è esteriore, lasciamo andare gli attaccamenti e tutti quegli aspetti che limitano la nostra essenza.

Celebrare

Il 31 ottobre è anche chiamata “la notte degli spiriti”, quando cioè il velo tra i due mondi e la comunicazione con i nostri antenati diviene possibile. In realtà in questo mese di ottobre ogni giorno è utile per celebrare i nostri defunti. Sappiamo che il loro ricordo è dentro di noi, celebriamolo dunque. Prepariamo la nostra casa, addobbiamola, rendiamola accogliente. I frutti e le verdure di stagione possono aiutarci: zucche, mele, castagne. Adorniamo gli ambienti con i crisantemi che sono fiori tipici di questo periodo.

Cosa fare

Un aspetto molto importante da tenere presente in questi giorni è l’introspezione e la riflessione interiore.

Fermiamoci e riflettiamo su ciò che abbiamo compiuto in questi mesi. Apriamoci a ciò che verrà. Sincronizziamoci con il ritmo della natura. Proprio come gli alberi, che si spogliano dalle loro foglie variopinte, danno linfa alla terra e si mettono a nudo “diventando scheletri”. Approfittiamo ache noi per rigenerarci ed prepararci ad affrontare un nuovo ciclo. È il momento di chiudere i conti in sospeso e di accogliere l’ombra che risiede in ognuno di noi.

La celebrazione di un qualsiasi rituale, che coinvolge la natura implica, secondo me, un certo legame con essa. Il rispetto in primis per le sue innumerevoli manifestazioni. Celebrare la natura è aprirsi ad essa e donare.

Ecco un esempio di rituale semplice da svolgere. Tutte le indicazioni ed i suggerimenti,  che troverete scritte di seguito sono formulate in base ad esperienze personali.

Il Rituale

Occorrente:

Erbe: artemisia, salvia, rosmarino, alloro.
Filo di cotone.
Candele: bianca, nera, rossa, arancio.
Carta pergamena e penna.
Fiammiferi.
Un pentolino vecchio.

Procedimento

Raggruppate queste erbe secche. L’ideale sarebbe averle raccolte personalmente o curate. Scrivete sul foglio di carta quello che avete lasciato in sospeso (cose non dette, esperienze non superate) e col filo di cotone legate tutto insieme.
Accendente le candele, focalizzate la vostra attenzione su quello che avete scritto, preparatevi a lasciarlo andare ed infine bruciatelo.

E’ sempre l’intenzione ciò che conta perchè particolare come il tipo d’erba scelta o il colore delle candele non sono particolarmente importanti.

 

Quando lascio andare quello che sono, divento quello che potrei essere.
Quando lascio andare quello che ho, ricevo quello di cui ho bisogno.

Le essenze

Mi piace pensare che ci siano essenze in grado di aiutarci a aiutare a catturare l’energia di questi momenti. Ad essere in armonia con le stagioni e le sue energie, aiutandoci ad essere maggiormente consapevoli dei nostri punti di forza e di debolezza.

I profumi della natura danno alla nostra realtà delle vibrazioni: toccano l’anima nel profondo e sostengono le nostre emozioni!

Ecco alcuni oli indicati per le pratiche di questo momento dell’anno.

L’olio essenziale di cipresso dal suo profumo caldo e resinoso, estratto dai rametti di un albero sempreverde.  E’ una piante saturnina. Simbolo di vita eterna, fin dalla antichità è associata al culto dei morti. Dato che il suo profumo mi connette con l’universo, esso mi invita ad aprire la memoria ancestrale usando le conoscenze del passato. Lo uso nei momenti in cui celebro gli antenati. Il cipresso è simbolo di immortalità. Saturno, infatti,  porta alla luce ciò che è davvero essenziale: il suo influsso riguarda piante meditative, sedative, che incentivano la preghiera ed il raccoglimento.
In aromaterapia sottile gli oli essenziali saturnini aiutano a percorrere la strada verso il cambiamento e a ristabilire l’equilibrio dove manca.

L’olio essenziale di mirra è un’ altra essenza molto interessante. La mirra è una gommaresina della corteccia di un arbusto tipico della Somalia, Etiopia e penisola arabica. Famosa fin dall’antichità per le sue proprietà antisettiche e antibatteriche. Ha un odore ricco, fumoso, balsamico. La mirra ha un effetto calmante sul sistema nervoso. La uso perché ha la capacità di acquietarmi  la mente e mi purifica lo spirito. Sento nell’annusarla un senso di pienezza e di controllo, mi aiuta a capire i miei bisogni. Si dice che costituisca un ponte tra “il cielo e la terra”.

L’olio essenziale di patchouli  si ricava dal fusto e dalle foglie sempreverdi, da cui si ricava una  fragranza molto nota in campo cosmetico. Il profumo del patchouli è deciso e dolciastro con note speziate e legnose. E’ una pianta sacra fin dall’antichità, simboleggia la tensione della trasformazione. Cresce nell’ombra, mi insegna ad accogliere l’ombra della realtà. Ad accogliere le incertezze, le paure, le debolezza, i sogni infranti, le delusioni. Sono convinta che aiuti ad affrontare la realtà ed innescare un cambiamento di stato. Riattiva la creatività, porta la trasformazione, apre al nuovo.

Come usare le essenze

L’olio essenziale scelto può essere usato in modi differenti, ognuno può scegliere la modalità con la quale si sentirà in armonia. Diffusione, tramite diffusori o brucia essenze, nebulizzatori a freddo e ad ultrasuoni. Circa una decina di gocce per 20 minuti.

Applicazione, usando una o due gocce diluite in  poco olio vettore (mandorle, jojoba, calophylla) per frizioni plesso solare o polsi.

Massaggio, cinque gocce diluite in  un cucchiaio di olio vettore (mandorle,jojoba) per massaggio.

Per inalazione, una o due gocce direttamente sulle mani da disporre a coppa, come una mascherina intorno a naso e bocca e inspirare profondamente.

Conclusioni

Il mio lavoro come naturopata  nell’individuare l’essenza od il mix giusto per ciascuno. Il mio è un approccio olistico, nel quale l’individuo è considerato unico. In tal senso anche il rimedio è unico. Chiamami, per saperne di più o per creare il tuo olio personale!

 

La conoscenza abita dento di noi, 

tuttavia l’intenzione deve essere forte,

deve contenere amore,

distribuire amore,

devi sentire che credi in quello che senti.

Porta la mente al cuore, li nasce la tua verità.

 

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